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Un buon 50% delle risorse di sviluppo impiegate in una nuova applicazione viene investito nella valutazione e definizione, spesso discretamente empirica e "fantasiosa", del miglior sistema di ripresa ed illuminazione del pezzo, tale da generare l'immagine più nitida e scevra da disturbi che possono (fatalmente) mettere in crisi il software di analisi.
Soluzioni standard per illuminazione LED per sistemi di visione:
Spesso, è proprio la soluzione di illuminazione e ripresa a costituire il cuore dell'applicazione, come in questa unità con illuminazione stabilizzata a stato solido, resa coassiale alla ripresa mediante specchi in prima riflessione e beam splitter, realizzata per un'applicazione su un robot di montaggio per strutture avioniche di grandi dimensioni. A corollario, è altrettanto consolidata la convinzione che risparmiando su questi che possono sembrare tempi "persi", si ottiene esattamente l'effetto contrario: un enorme dispendio di tempo (e credibilità presso il cliente) quando il sistema esce dalle condizioni addomesticate di laboratorio e va in campo, ove deve affrontare tutti i piccoli e grandi problemi che il mondo reale presenta (tipo raggio di sole che solo in una particolare ora di un aprticolare giorno dell'anno viene ad incidere sul pezzo creando quel particolare riflesso che causa quel particolare malfunzionamento del programma...Troppa fantasia?) Ecco quindi dei bravi softwaristi intenti a "ravanare" con impegno fra ottiche, prismi, beam splitters, specchi in prima riflessione, LED ad altissima efficienza, filtri, diffusori olografici, generatori di pattern laser, fibre otticn2n2he, lenti di Fresnel e riflettori dicroici, lampade sofisticate e banali luci al neon (quando una soluzione semplice funziona, è sempre la benvenuta...). |